LECCO, RISCOPRI LA FAMIGLIA!
Festa di S. Nicolò – Discorso alla Città
PREMESSE
1. S. Nicolò ci è vicino in questo momento difficile della nostra storia
Di anno in anno il nostro patrono S. Nicolò ci sollecita ad andare al cuore della nostra situazione sia ecclesiale che civile. È consapevole di quello che sta avvenendo nella nostra Chiesa lecchese: tanti significativi fermenti, ma scomposti e frammentati senza un gran sussulto evangelico e corale. La grave crisi economica, etica ed esistenziale del nostro paese Italia appesantisce la nostra situazione, ci rende incerti e con una speranza di poco respiro.
2. S. Nicolò ci invita a riscoprire la famiglia come centro di rinnovamento ecclesiale e civile
Eppure il nostro patrono S. Nicolò ci dice che c’è una via di uscita ed è la famiglia. Secondo lui si parla tanto di famiglia, ma non si ha il coraggio di mettere a fuoco l’importanza costitutiva della famiglia per la vita ecclesiale e civile. La famiglia non è un valore aggiunto, è “il valore” del progetto di Dio sulla storia dell’umanità.
3. S. Nicolò ci sollecita a riscrivere nell’oggi “I Promessi Sposi”
Evidentemente - precisa il nostro patrono - si tratta di attualizzare in un modo inedito il grande romanzo che fa onore alla nostra Lecco: “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Senza la pretesa di esaurire tutto, ci suggerisce di approfondire almeno tre punti nodali per poi indicare alcune prospettive:
I - GUARDARE IN FACCIA ALLA REALTÀ ATTUALE DELLE FAMIGLIE
«Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai»
(A. Manzoni, I Promessi Sposi, capitolo I).
Anche nella nostra Lecco, riguardo all’evoluzione della famiglia si è passati da quella patriarcale, aristocratica o contadina, a quella attuale, nucleare e allargata. La famiglia oggi non è composta solo da un uomo e da una donna, ma da altre modalità che possono essere più o meno chiamati, come i single, i conviventi, le coppie di fatto, i divorziati risposati… Non sono diminuiti solo i matrimoni religiosi, ma anche quelli civili. Sono aumentate invece le convivenze. È in crisi non solo l’istituto familiare fondato sull’indissolubilità, ma anche il modello della famiglia verticalmente allargata con la convivenza nella stessa abitazione dei nonni e degli zii.
La quantità di modelli familiari e la loro precaria stabilità impoveriscono il quadro sociale, perché indeboliscono la qualità della relazione interpersonale e la privano di uno degli elementi essenziali del processo educativo delle nuove generazioni. Molti sono i fattori che determinano tale tendenza. Se ne possono elencare alcuni: il contesto culturale soggettivistico ed edonistico, una visione frammentata e fragile della realtà, la crisi morale ed economica.
Non dimentichiamo, però, che nella nostra Lecco ci sono anche tante famiglie meravigliose, che vivono la stupenda realtà dell’amore di coppia e “tirano grandi i figli”, o/e sono capaci di adozioni e di affidamenti persino di bambini disabili. In tutto questo è da tenere presente il fattore determinante: in ogni vocazione c’è in gioco la libertà umana nei suoi molteplici aspetti personali e comunitari.
II – RIANDARE AL DISEGNO DI DIO SUL MATRIMONIO/FAMIGLIA
« “La c’è la Provvidenza!”: disse Renzo»
(A. Manzoni, I Promessi Sposi capitolo XVII).
Senza imporre niente a nessuno, il nostro patrono S. Nicolò ci dice chiaramente che il progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia non è un optional, ma è costitutivo della vicenda umana. Prima di essere una questione etica, è innanzitutto una dimensione ontologica dell’essere umano: siamo stati creati in Gesù Cristo per essere immagine somigliantissima del Dio Amore, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dobbiamo avere il coraggio di presentare il valore del matrimonio cristiano come un fatto essenziale della vita umana. La questione di fondo è culturale e quindi educativa. Le varie crisi si risolvono se si corrisponde alla verità che Dio ha messo nel matrimonio e nella famiglia.
È urgente e necessario, perciò, percorrere le tappe della storia della salvezza per arrivare al matrimonio monogamico, indissolubile e aperto alla vita, insieme alla vita consacrata, come risposta buona e bella al bisogno costitutivo dell’essere umano di vivere l’esistenza come risposta di amore totale e perenne.
III – VIVERE LA CRISI MATRIMONIALE DI OGGI COME OPPORTUNITÀ
«La fiducia in Dio… li rende utili (i guai) per una vita migliore»
(A. Manzoni, I promessi Sposi, capitolo XXXVIII).
S. Nicolò ci propone tre opportunità: una che riguarda la “Persona”, la seconda la “Chiesa” e la terza la “Società”:
Innanzitutto sembra dirci il nostro patrono che ogni crisi interpella la Persona nella sua valenza di unicità e di relazione per e con qualcuno/a: occorre verificare e sostenere il cammino di crescita e di maturità umana e cristiana di ciascuno di noi.
In secondo luogo la Chiesa è chiamata a svolgere la sua missione di “Maestra” e di “Madre”. Molti sono gli impegni: non semplice istruzione sessuale, ma soprattutto educazione all’amore; una preparazione non solo al rito del matrimonio, ma anche alla vita matrimoniale; un accompagnamento effettivo delle coppie in tutte le tappe della loro vita familiare (v. gruppi di spiritualità familiare… ). S. Nicolò insiste nell’avere più coraggio evangelico per discernere e aiutare le varie situazioni particolari familiari, come i separati, i divorziati risposati, gli sposati solo civilmente, arrivando a ciò che è più valido.
Infine per quanto riguarda la Società civile il nostro patrono è preciso nel rivolgersi ai cittadini cattolici: “Date il meglio di voi stessi perché nella dialettica democratica i valori cristiani del matrimonio e della famiglia siano dentro alle leggi umane”. Più si sostiene il matrimonio monogamico, indissolubile e aperto alla fecondità, più la Società è stabile e carica di futuro. Accogliete - ci dice S. Nicolò - l’invito lungimirante del nuovo arcivescovo Angelo Scola: “Un progetto globale di sviluppo deve mettere in primo piano un sistema di politiche familiari avveduto. Non ridotto a semplice assistenzialismo, ma capace di valorizzare la soggettività affettiva, educativa ed economica della famiglia stessa”.
PROSPETTIVE
A modo di conclusione del nostro dialogo annuale con il nostro patrono, egli ci suggerisce tre piste di esplicitazioni senza la pretesa di esaurire tutto l’impegno di “Lecco, riscopri la famiglia!”:
1 - Preparatevi al VII Incontro mondiale su “La famiglia: il lavoro e la festa”
S. Nicolò è contento delle tappe di spiritualità proposte a tutta la cittadinanza, che si stanno svolgendo in alcuni venerdì al Cenacolo francescano. Sarebbe poi opportuno preparare bene e coinvolgere un po’ tutti nella celebrazione della “Festa cittadina”, prevista per domenica 15 aprile 2012. Significativa sarà anche la settimana mariana della Madonna di Fatima, che si svolgerà dal 20 al 27 maggio 2012 nella Basilica di S. Nicolò, per affidare al cuore di Maria tutte le famiglie della città di Lecco. Il nostro patrono ci aspetta tutti a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno prossimi, per il VII Incontro mondiale sulla famiglia, soprattutto quando verrà il Papa perché come ha scritto l’arcivescovo Angelo ci consentirà di “ricordare che il compito affidato a Pietro da Gesù stesso è di confermare i suoi fratelli nella fede”.
2 -Potenziate le iniziative già esistenti che promuovono la famiglia
Lecco nelle sue molteplici espressioni è un vivaio fecondo di associazioni e movimenti. Si tratta - ci suggerisce S. Nicolò – di far conoscere e coordinare meglio le iniziative già presenti a livello di Chiesa, di Istituzioni pubbliche e di Società civile che sostengono le famiglie e le rendono sempre più protagoniste. Non è necessaria una grande struttura, ma un agile coordinamento nel rispetto della sana autonomia con il principio della Sussidiarietà (v. “La carovana per la famiglia”… ). San Nicolò ha espresso il suo grande apprezzamento per la realizzazione del “Fondo solidarietà al lavoro di Lecco” e ci invita a sostenerlo come aiuto prezioso e responsabilizzante per le famiglie che sono nel bisogno.
3 - Individuate un gesto profetico che sia pilota in vista anche del VII Incontro mondiale delle famiglie
Lecco - ci confida il nostro patrono - sia in grado di offrire qualcosa di significativo per la famiglia che anticipi i tempi. E questo non per una mania di protagonismo della città, ma per la sua naturale configurazione: è una realtà vitale, che non essendo né troppo piccola né troppo grande, ha la caratteristica della sperimentazione, dell’esperienza pilota. Pregate - conclude S. Nicolò - la famiglia di Nazareth, i vostri beati Pagano, Giovanni Mazzucconi, Luigi Monza e Serafino Morazzone, perché vi suggeriscano nella docilità allo Spirito Santo ciò che favorisca in un modo specifico - come mentalità e come prassi - la famiglia di oggi ad essere se stessa. E stanotte dopo una preghiera incessante, il nostro patrono S. Nicolò mi ha suggerito di lanciare la proposta che esprimo in questo modo: “FAMIGLIA ADOTTA UN’ALTRA FAMIGLIA!”. Utilizzando gli strumenti già collaudati della Caritas, dei Servizi sociali del Comune e della Provincia, si tratta di verificare e di sostenere da un lato quali siano le famiglie da adottare, dall’altro lato quali famiglie siano disponibili ad adottare in un modo effettivo e responsabilizzante. Evidentemente si scommette su famiglie lecchesi dal cuore grande che trovano la gioia più nel dare che nel ricevere!
mons. Franco Cecchin, prevosto di Lecco
Lecco, 4 dicembre 2011
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