Javascript HTML Drop Down Menu

     

 
"Prendi il largo...
Sulla tua Parola getterò le reti...
Non temere;
d'ora in poi sarai pescatore di uomini".

(Luca 5,1-11)

 

TUTTI PAZZI PER LE STELLE

Un popolo di santi, di navigatori e di... credenti nelle stelle. L'uomo è arrivato a progettare la vita in formato foto­copia e gli italiani del terzo millennio credono ancora che il loro futuro sia scritto negli astri.

Lo conferma un'indagine della Doxa che ha sondato gli italiani sulla loro credenza nel­l’astrologia e nelle due discipline affini, la cartomanzia (let­tura delle carte) e la chiromanzia (lettura della mano), con­statando che l'area della credenza si è addirittura ampliata.

Un italiano su tre è convinto che gli astri influenzino il destino degli uomini, mentre uno su cinque ne ammette co­munque una qualche influenza. Ma quello che colpisce di più è che tre quarti degli italiani (percentuale che sale a quattro quinti tra le donne) seguono gli oroscopi almeno "qualche volta o raramente" e il 25% dichiara di seguirli "tutti i giorni o più volte alla settimana".

Intendiamoci: dare un'occhiata all'oroscopo può anche es­sere un'abitudine del tutto innocua. Un po' come leggere le frasi dei baci Perugina. Ma quello che preoccupa è che il fatturato di maghi e cartomanti è in costante aumento e capi­ta sempre più spesso che le persone più indifese cadano vit­tima di imbonitori televisivi privi di ogni scrupolo.

È per questo che la Chiesa mette in guardia da tali prati­che. È come ha dichiarato il beato Giovanni Paolo II in un discorso memorabile: "Gesù ci esorta a non investigare inutilmente su ciò che è riservato a Dio, ma a utilizzare il tempo che ciascuno ha a disposizione, - il presente -, operando con amore filiale per la diffu­sione del Vangelo in ogni angolo del pianeta".

All'esortazione profon­da del grande Papa, aggiungiamo alcune considerazioni im­mediate per scoraggiare l'utilizzo di queste prati­che. Basta poco, infatti, per rendersi conto del bluff: prendete, ad esempio, l'oroscopo della stesso giorno in diversi giornali o riviste e constatate che non con­cordano quasi su niente. Il segreto di tanto successo è l'uso di previsioni generiche (tanto poi ci pensa chi ascolta a dar loro significati precisi) e nel fornire ritratti contrapposti in modo che la gente si possa riconoscere in un aspetto piutto­sto che in un altro.

Un segreto vecchio come il mondo. Del resto la Sibilla rispondeva a chi la interpellava: "Ibi redibis non morieris in bello" (Andrai tornerai non morirai in guerra) che significa una cosa e il suo esatto opposto a seconda del verbo al quale si colleghi il "non". E vi assicuro che ci azzeccava sempre.

 mons. Franco Cecchin
prevosto di Lecco


Lecco, 25 marzo ‘12