Javascript HTML Drop Down Menu

     

 
"Prendi il largo...
Sulla tua Parola getterò le reti...
Non temere;
d'ora in poi sarai pescatore di uomini".

(Luca 5,1-11)

 

MODELLI DI FAMIGLIA E ORIGINALITÀ DEL MATRIMONIO CRISTIANO

PREMESSE

1.  Significato del Convegno

E’ una constatazione di fatto: il Centro Lecchese Assistenza alla Famiglia propone ogni anno un Convegno di un’attualità e di una necessità sorprendente. Il punto interrogativo: “La crisi familiare: fallimento del mito?” ci interpella come uomini, cittadini e credenti in un modo ineludibile.
Nessuno oggi mette in dubbio la crisi dell’istituzione matrimoniale e familiare. Il nodo è prenderne atto, analizzarla nei suoi molteplici aspetti e vivere tale situazione critica come occasione di assunzione di responsabilità.

Approccio metodologico

         L’accostamento a tale problematica è piuttosto globale senza la pretesa di esaurire il tutto, sapendo della complessità e della vastità dell’argomento. Usando il termine “mito” si intende come “parola, discorso, narrazione, immagine schematica di un evento, di un fenomeno”. E’ importante individuare l’archetipo del matrimonio/famiglia come principio, tipo, modello originario, modulo ancestrale e universale.
Gli esperti, che interverranno in questo Convegno, presenteranno la problematica riguardante la crisi familiare nell’ambito della loro competenza specifica; a me il compito di presentare il quadro generale con l’approccio sintetico, eziologico ed evocativo. Non ho nessuna intenzione di essere esaustivo, ma soltanto di proporre degli spunti per un ulteriore confronto e approfondimento.

3. Articolazione della relazione

La mia presentazione è ad un tempo semplice e pretenziosa, perché in un’articolazione lineare si vuole sviluppare la tematica con un respiro ampio che porti da un lato a delineare un quadro d’insieme, dall’altro ad allargare le prospettive.
         La prima parte della mia esposizione illustra il matrimonio/famiglia nella cultura occidentale, sviluppando tre punti: il modello universale, l’articolazione nella storia e la trasformazione attuale. La seconda parte si sofferma sull’originalità del matrimonio cristiano, indicando tre punti: il disegno di Dio, la risposta del popolo eletto e l’intervento di Gesù. Infine, la terza parte presenta la crisi familiare attuale come opportunità per la persona, per la Chiesa e per la società. Al termine, più che una conclusione, si suggeriscono tre prospettive: presa di coscienza, approfondimento e scelte prioritarie.

I - IL MATRIMONIO - FAMIGLIA NELLA CULTURA  OCCIDENTALE

  • Il modello universale

Gli studiosi affermano che già in epoca preistorica ci fossero unità familiari:  sono state trovate tombe di uomini e donne sepolti insieme. Anche nelle società tribali si vive in comune: l’unione di uomini e donne è sancita da cerimonie, i figli hanno un legame con i genitori, anche se sono allevati dalla comunità. Relazioni familiari esistono in ogni società. E c’è un nucleo uomo-donna-figli: esiste un “genoma della famiglia” universale, che poi si diversifica in una varietà di forme secondo le esigenze e le culture.
Alcuni studiosi, poi, sostengono non solo l’universalità della famiglia, ma anche l’universalità della famiglia nucleare. Alla base delle famiglie complesse ci sarebbe comunque una forma nucleare: cioè, più nuclei, anche se uniti per esempio da legami genitori-figli o da matrimoni plurimi in quelle poligamiche. La famiglia nucleare monogamica è stata la forma più diffusa. Sostanzialmente si ritrovano nelle famiglie quattro elementi: dono, reciprocità (alleanze tra famiglie o individui e scambi), sessualità e generosità.

  • L’articolazione nella storia occidentale

La famiglia nelle sue modalità concrete è cambiata nel tempo e può ancora cambiare e rinnovarsi. Nella Roma antica, la famiglia era sotto l’autorità del “pater familias”, che esercitava la sovranità sui figli e sulle donne entrate nel gruppo, così come sugli schiavi. Il legame forte era costituito dalla “gens”, dal collegamento con un antenato comune, caratterizzato anche da interessi politici ed economici.
Nel periodo medioevale, la donna veniva vista come un pegno di pace tra famiglie rivali. Il matrimonio molto spesso era combinato in funzione della prole. La stabilità del matrimonio dipendeva quasi sempre dal sacrificio della donna che non poteva essere indipendente sia da condizionamenti culturali/religiosi, sia per la non autosufficienza economica. Solo con una lenta maturazione psicologica della persona e l’influsso benefico del cristianesimo si arrivò ad avere, con tutte le alternanze e variazioni, la figura della coppia nei due elementi fondamentali dell’affetto e della complicità. Sappiamo, però, che non sempre è stato così.

3. Le trasformazioni attuali

Nell’evoluzione della famiglia si è passati da quella patriarcale, aristocratica o contadina, a quella attuale, nucleare e allargata. Ai nostri giorni la famiglia non è composta solo da un uomo e da una donna, ma da altri tipi di famiglie che possono essere più o meno chiamati tali come i single, conviventi, coppie di fatto, divorziati risposati. Secondo i dati dell’Istat del 2008 i divorzi in Italia sono aumentati negli ultimi dieci anni del 101 per cento rispetto al periodo precedente, anche se l’Italia è in coda alla classifica dei paesi europei. La durata media dei matrimoni è di 18 anni; l’età dei divorziati ha due picchi: 25-30 anni e 60-65 anni.  Si registra non solo una crisi dell’istituto familiare in senso tradizionale, poggiato sul fondamento dell’indissolubilità, ma anche del modello della famiglia verticalmente allargata con la convivenza nella medesima abitazione dei nonni e degli zii.
Ci troviamo in presenza di una famiglia allargata in senso orizzontale, aperta cioè a quelli che furono coniugi in precedenti matrimoni e che frequentano abitualmente il nuovo nucleo familiare mettendo insieme i figli di letti diversi, fratelli e sorelle che hanno in comune soltanto il padre o la madre. La quantità di modelli familiari e la loro precaria fragilità impoveriscono il quadro sociale, perché indeboliscono la qualità della relazione interpersonale e la privano di uno degli elementi essenziali del processo educativo e formativo delle nuove generazioni. 

II – L’ORIGINALITA’ DEL MATRIMONIO CRISTIANO

1 -   Il disegno di Dio

E’ una cosa sorprendente che in un contesto semitico, politeistico, maschilista e misogeno con una concezione di famiglia piramidale e poligama siano sorti i due primi capitoli della Genesi in cui vengono presentati i capisaldi del matrimonio e famiglia:

  • L’uomo e la donna sono creati a immagine e somiglianza di Dio
  • Essi sono al vertice della creazione, chiamati ad essere custodi della terra
  • Sono affermate la dignità e la parità tra maschio e femmina
  • Viene descritta la complementarietà tra uomo e donna
  • Il matrimonio è monogamico, indissolubile e aperto alla vita.

2 -   La risposta del popolo eletto

Nella legislazione del primo Testamento era ammesso il ripudio della sposa da parte dell’uomo. Questo era stato perfino codificato nella stessa legge mosaica: “Se poi avviene che la moglie non trovi grazia ai suoi occhi, perché ha riscontrato in lei qualcosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via da casa.” (Deuteronomio 24, 1-2).
Se questo principio del ripudio era riconosciuto, assai discussi erano invece i motivi che lo potevano legittimare. I profeti, dal canto loro, cercarono di limitare la possibilità di ripudio della sposa ai soli casi di adulterio.

3 – L’intervento di Gesù

Gesù, di fronte all’obiezione dei farisei sul senso e la portata della legislazione mosaica divorzistica, risponde richiamandosi al piano di Dio creatore, che ha posto in essere l’uomo e la donna e nel matrimonio li unisce  in un solo essere. Per questo trae la conclusione che l’uomo non può separare ciò che Dio stesso ha unito (cfr. Matteo 19,6).
Esclude quindi ogni pratica divorzistica in quanto contraria all’azione creatrice di Dio e alla realtà matrimoniale istituita sin dall’inizio. Ne deriva che l’indissolubilità appare conseguenza logica dell’unità tra marito e moglie. La legislazione divorzistica mosaica - conclude Gesù - era solo espressione di una storia di peccato, giustificata dalla durezza del cuore delle persone (immaturità, egocentrismo…).

III – LA CRISI FAMILIARE ATTUALE COME OPPORTUNITA’  

1 – Per la persona
 
Purtroppo ogni crisi, soprattutto quella familiare, viene vissuta come una realtà negativa da parte dell’individuo e della coppia. Nel suo significato profondo il termine “crisi” significa “distinguere”, “valutare”, “decidere”. E’ importante, allora, vivere il momento di crisi familiare come opportunità per verificare il proprio cammino personale di crescita e di maturazione.                
E’ urgente poi interrogarci come ci rapportiamo con il partner, se c’è un atteggiamento di ascolto, di accoglienza, di benevolenza e di condivisione. Molto spesso le crisi matrimoniali nascono dall’immaturità delle singole persone, dalle difficoltà di comunicazione e da tanti condizionamenti esterni. Prima di puntare il dito sull’altro, puntiamolo su noi stessi in un cammino di conversione.

2 - Per la Chiesa

Senz’altro la Chiesa non deve rinunciare al suo compito di “Maestra”, ma è chiamata anche ad essere “Madre”. La crisi familiare attuale interpella la Chiesa sul tipo di accompagnamento delle persone nel loro cammino vocazionale specifico. Molti sono i capitoli: l’educazione all’amore; non una semplice preparazione al rito del matrimonio, ma alla vita matrimoniale; un accompagnamento affettivo ed effettivo delle coppie in tutte le tappe della loro vita familiare. 
La Chiesa, poi, è chiamata ad approfondire, con un sapiente e coraggioso discernimento, le varie situazioni particolari familiari: separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, sposati solo civilmente e conviventi… Sappiamo che non tutti i matrimoni celebrati in Chiesa sono veri matrimoni. Quale discernimento, quale accoglienza mettere in atto, quali scelte? 

3 – Per la società

Sappiamo che lo Stato italiano ha uno statuto del matrimonio e della famiglia eccezionale. Quali interventi per attuarlo? Quali sostegni ai giovani che si preparano alla vita del matrimonio? Che tipo di cultura e di azione si intraprende a difesa e alla promozione della famiglia?
Certamente siamo in una società secolarizzata, laica e pluralista. La società civile ha la legge sul divorzio e sull’aborto: come intervenire? Le unioni di fatto non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia, così come le unioni omosessuali: sono realtà diverse. L’educazione dei figli, poi, deve avere dei criteri e delle scelte legislative precise. Certamente i cittadini cattolici sono chiamati a dare il meglio di sé nella dialettica democratica, perché i valori perenni siano dentro alle leggi umane. Se questo non è possibile, occorre mobilitare sia all’interno della società, sia all’interno della Chiesa cammini di maturazione umana e cristiana che aiutino ogni persona e ogni famiglia a compiere scelte per il vero bene dell’individuo e della comunità.

PROSPETTIVE

1 - Presa di coscienza   
Evitiamo l’atteggiamento polemico o di crociata e favoriamo la presa di coscienza delle problematiche e urgenze del matrimonio e della famiglia oggi.

2 - Approfondimento
         Questo Convegno, organizzato dal Ce.L.A.F. di Lecco, sia un dono per l’approfondimento serio e documentato su “ La crisi familiare: fallimento del mito?”.

3 – Scelte prioritarie
          L’augurio, che ci facciamo reciprocamente, sia quello che, dopo una giornata così intensa di interventi specialistici e di un dibattito vivace, si arrivi ad individuare alcune scelte prioritarie al servizio della dignità umana e della promozione della famiglia, cellula viva della società e della Chiesa.

mons. Franco Cecchin

Lecco, 26 novembre ‘11