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INVOCHIAMO ”NUOVE MANI PULITE”

            Non voglio essere frainteso. Preciso immediatamente il titolo di questo mio intervento fatto in “Resegoneonline”, dopo essere stato sollecitato dalla sua Direzione. Non invoco la stagione passata di “Mani pulite” e nemmeno una non corretta azione della Magistratura che sostituisca la latitanza generale sulla nostra situazione italiana. Parlo di “nuove mani pulite” che sono le nostre di noi cittadini e soprattutto di noi credenti cittadini. Molto spesso ci “laviamo le mani” o ci indigniamo e non facciamo altro.
            In questo periodo, infatti, tutti invocano la necessità di risolvere la “questione morale”. L’urgenza di affidarsi per il futuro prossimo ad una classe dirigente diversa, più competente, più onesta è inderogabile. La chiesa è chiamata a riconoscere i propri peccati di omissione: non sempre abbiamo messo in atto modalità efficaci nel preparare laici di ispirazione cristiana e nel sostenere chi è già impegnato nel sociale e nella politica.
            Abbiamo apprezzato l’intervento del presidente della Conferenza Episcopale Italiana card. Angelo Bagnasco che invitava tutti noi a pagare le tasse. E la Chiesa italiana non ha paura di dare l’esempio: distinguere, cioè, effettivamente tra ciò che è destinato al culto e alla missione educativa e ciò che della sua attività è a reddito, per tirare le giuste conseguenze.
            Siamo per la riduzione delle spese inutili, per il rigore, per l’equità, per l’eliminazione dei privilegi e per lo sviluppo intelligente e coraggioso del nostro paese. Rimaniamo sconcertati (anche se intuiamo le effettive difficoltà di far quadrare i bilanci, le entrate e le uscite della nostra grande famiglia, che è la nostra amata Italia) per la mancanza di un progetto globale che abbia di mira il Bene Comune e non gli interessi di parte che provengono da qualsiasi schieramento.
            Occorre immergere le mani, usare l’intelligenza, impegnare cuore e volontà non solo nel nostro privato, ma nelle strutture pubbliche da cui dipendono largamente il benessere, la pace, l’uguaglianza dei cittadini. Non bastano più l’esempio o le virtù domestiche in casa propria (se poi sono esercitate!?!). Anche le cose degli altri, il loro avvenire sono un problema nostro.
            Sono orgoglioso e contento di essere cittadino lecchese e per grazia di Dio prevosto di Lecco, perché vedo segnali precisi di “nuove mani pulite” nella nostra città, soprattutto di giovani e di adulti che vivono l’impegno sociale come costruzione della “Polis”, della città. Insieme ci salviamo!

mons. Franco Cecchin
prevosto di Lecco