DA CRISTIANI NELLA CITTA’ DEGLI UOMINI
Le accelerate trasformazioni della realtà contemporanea, le nuove migrazioni, la mobilità interna e altri fenomeni ancora, hanno, tra gli altri esiti, quello di rendere sempre più stentata la possibilità di costituirsi in comunità stabili, di mettere radici, di dare fondamento a tradizioni unificanti e identificanti. Lo stesso si può dire dell'ansia febbrile che alimenta nuovi localismi, spesso appoggiati sulla ricerca di radici, di tradizioni a buon mercato dove domina indistinto il sentire soggettivo. Fenomeni con cui ci siamo abituati a convivere e che denunciano una solitudine, uno smarrimento collettivo: ci sentiamo più soli, le nazioni sono meno nazioni - quanti libri ci parlano della "mancata Identità" dell'Italia - le città sono meno città.
La secolarizzazione e l'accentuazione della crisi di inizio millennio ha cambiato gli scenari anche dell'esperienza religiosa. La domanda religiosa trova risposte generiche e indistinte quando non percorre le strade di nuovi settarismi o fondamentalismi. La Chiesa cattolica si trova di fronte a cambiamenti che la interpellano a fondo e, in questo mutato scenario, prende coscienza di essere minoranza.
Quale deve essere lo stile della comunità cristiana? Spesso diventa difficile distinguere rischi e modi delle domande autentiche di fede di fronte a espressioni della religiosità che, in maniera sommaria, definiamo New Age. Ma se a volte sembra di percepire quali siano i percorsi da evitare, ben più difficile è individuare la strada migliore con le priorità esigenti e radicali della fedeltà al Vangelo e al tempo in cui viviamo. Vanno evitati atteggiamenti di rimpianto per ciò che era e di lamentela, di disagio o paura per questa nuova realtà. Così come non si può cadere nell'eresia della minoranza attivistica che, sentendosi accerchiata, moltiplica gli sforzi del fare per ridisegnare la sua presenza nella società attraverso nuovi proselitismi e visibilità mondane, moltiplicando il rumore più che la voce della comunità.
Quali sono allora le strade che può percorrere la comunità cristiana? Paiono essenziali tre atteggiamenti. In primo luogo cogliere la condizione di minoranza e di povertà come una opportunità. Si tratta di stare nella storia, di leggerne gli eventi, i segni, senza dimenticare che non è lasciata a se stessa. In secondo luogo, di fronte a una secolarizzazione forte è necessario puntare all'essenziale, riandare alla radice alle radici del Vangelo. È questa la novità, la nuova evangelizzazione. Questa situazione favorisce anche una maggiore libertà e capacità di sguardo di fede e sguardo critico nei confronti della società civile, delle sue contorsioni.
In terzo luogo appartenere a una città significa avere il senso della continuità tra le esperienze delle generazioni che l'hanno abitata; condividere la memoria di eventi e di personaggi che hanno rappresentato momenti decisivi della sua storia; possedere il senso di un destino comune, in cui si collegano i destini individuali. Ed è per questo che il contributo più importante che una comunità cristiana dà alla città non è estraneo al proprio compito rispetto al Vangelo anzi ne è uno degli elementi essenziali
mons. Franco Cecchin
Prevosto di Lecco
|