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TRA CORRUZIONE E RICOSTRUZIONE

            I fenomeni sempre più frequenti di corruzione che caratterizzano nel nostro Paese la vita politica, purtroppo, non riguardano solo la cosiddetta “casta” dei politici, ma è un andazzo  che prende un po’ tutti.
Infatti tali comportamenti riflettono una situazione di più vaste proporzioni, che coinvolge in modo profondo la società civile italiana, nella quale è scarsa la tensione al bene comune e assai modesto l’esercizio delle virtù civiche.
Da qui tre interrogativi a cui risponderemo nei tre punti della nostra riflessione: 1- Da dove ha origine questo deficit di moralità pubblica e non?  2 - Quali sono le cause che l’hanno prodotto e che tuttora persistono?  3 - Come ricostruire un ethos civico condiviso?

1 - Secolarizzazione e crisi dell’etica religiosa

Evidentemente tale situazione non è del tutto nuova, ma affonda le proprie radici nel passato. Innanzitutto, dall’inizio della costituzione del nostro stato, c’è stato e vi è scarso senso di appartenenza degli Italiani alla nazione.
In tempi recenti la debolezza dell’etica civile, caratteristica della coscienza media degli Italiani, è dovuta al lento e inesorabile dissolversi di due  forme di etica, quella cattolica e quella marxista. Due etiche che, pur essendo diverse, presentavano una somiglianza sui comportamenti sociali.
Il logoramento dell’etica di ispirazione cristiana è avvenuto sotto la spinta del processo di secolarizzazione che, dagli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, è diventato, soprattutto con l’influenza dei media, un fenomeno di massa, e che ha prodotto il progressivo arretramento della religione dalla vita quotidiana degli uomini, fino alla quasi totale cancellazione. Non meraviglia, perciò, che vengano sempre più diffondendosi, anche nelle persone che si dicono cattolici, atteggiamenti e stili di vita ispirati a logiche benesseristiche e consumistiche, espressione di un adeguamento alla logica di mercato  o che scaturiscono da interesse individuale e corporativo, senza alcuna spinta ideale al “bene comune”.

2 - La caduta dei regimi del socialismo reale e il vuoto etico della sinistra

Un’analoga situazione di crisi si è verificata, nello stesso periodo, anche sul fronte dell’etica di ispirazione marxista. Il crollo dei regimi di socialismo reale (caduta del muro di Berlino del 1989) ha messo definitivamente in scacco l’ideologia marxista, costringendo i vari partiti di tale ispirazione ad una radicale revisione critica.
L’incapacità, però, di superare tale crisi ha portato ad un vuoto etico e l’impossibilità di elaborare una visione prospettica nel dare soluzioni alle istanze emergenti.
Una prova evidente di tale incapacità l’abbiamo avuta anche recentemente dal Partito Democratico di fronte all’attuale crisi economica-finanziaria del nostro paese: invece di mettere in discussione il sistema neoliberista (che è la vera causa della crisi), ha suggerito alcuni aggiustamenti per una maggiore equità sociale, ma sempre all’interno del sistema.

3 - Verso un’etica laica condivisa

La necessità di dare vita ad un tessuto di valori che restituisca alla vita sociale una solida prospettiva di crescita civile, è avvertita oggi come ineludibile: vi è in gioco il destino stesso della democrazia. È urgente, in questo momento di crisi, ma foriero di rinnovamento, ritornare allo spirito che ha portato alla formulazione della Carta Costituzionale della Repubblica italiana, soprattutto nella prima parte fondativa.
Essa è il frutto di un ethos civile di alto livello, nel quale hanno trovato composizione armonica le istanze di libertà proprie della tradizione liberal- risorgimentale e le istanze sociali provenienti dalla tradizione socialista e comunista, grazie alla mediazione di una forma di personalismo di matrice cristiana.

Riprendiamo queste istanze autentiche di etica “laica” nel significato più vero e nobile del termine. Un’etica capace di offrire, per la ricchezza del patrimonio valoriale al quale si ispira, un fondamentale supporto alla crescita della società, nella quale la rivendicazione dei diritti si accompagni all’assunzione responsabile dei doveri da parte di tutti i cittadini. C’è un impegno di conoscenza, c’è un impegno di cambiamento di mentalità e c’è un impegno di coerenza nell’azione quotidiana sul Bene comune.

mons. Franco Cecchin
prevosto di Lecco

Lecco, 14 settembre 2012