LECCO, SII COMUNITÁ CHE EDUCA!
Discorso alla città nella Festa di San Nicolò 2014
INTRODUZIONE
1 - La questione educativa
Nel cammino di fede della nostra città, ancora una volta, il nostro patrono san Nicolò ci sollecita a guardare ed interpretare il contesto in cui viviamo per poter rispondere al Signore Gesù che ci chiama nell’oggi.
La grave crisi economica attuale mette in evidenza, tra i vari elementi preoccupanti, il fatto che tale situazione ha alla radice una crisi morale e culturale. Siamo di fronte non solo ad un periodo congiunturale, ma anche ad un vero e proprio trapasso culturale.
La questione per eccellenza oggi è quella antropologica, cioè quella della visione dell’uomo. Il nodo dell’epoca postmoderna, soprattutto del mondo occidentale, è quello dell’educazione intesa non tanto come galateo, ma quanto come formazione.
2 - La comunità educante
Il nostro arcivescovo Angelo card. Scola ci ha indicato come chiave di soluzione proprio la comunità educante: “Sappiamo bene che non si risponde alla frammentazione della società delegando l’educazione dei ragazzi agli specialisti. C’è bisogno di una comunità in cui l’incontro con Gesù venga vissuto e praticato effettivamente come principio d’unità dell’io e della realtà”.
Tutta la comunità cristiana è coinvolta: genitori, sacerdoti, religiosi e laici. Tutti siamo implicati, piccoli e grandi. L’obiettivo dell’educazione è crescere nella statura perfetta del Cristo.
In questa avventura educativa non sentiamoci soli e non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento: Dio è con noi. La comunità cristiana, che vive nella città di Lecco, è il luogo privilegiato per sperimentare tale presenza.
3 - La città habitat vitale
San Nicolò, patrono della nostra città, ci invita a riscoprire Lecco come habitat vitale. Essa non è semplicemente un agglomerato di pietre o di cemento, ma un insieme di abitazioni e soprattutto di persone.
La città è un fatto umano che è nato e cresce dall’intelligenza e dalla volontà di tante persone che ci hanno preceduto e da quanti oggi cercano di dare il meglio di sé nella ricerca del bene comune.
Lecco racchiude in sé un mistero che deve essere continuamente svelato e una vocazione da corrispondere giorno per giorno. Ecco perché, rivolgendo l’invito “Lecco, sii comunità che educa!”, ci sentiamo tutti e ciascuno interpellati e sollecitati ad una risposta consapevole e continuativa. Le varie esplicitazioni proposte sono solo alcune indicazioni per vivere l’avventura educativa.
I - NEL TENER VIVE LE NOSTRE TRADIZIONI
1 - Il valore della tradizione
Superiamo il pregiudizio che la tradizione sia qualcosa di vecchio, di superato e di negativo. Mai come oggi in cui tutto è concentrato sul presente e si è persa la memoria, c’è bisogno di riscoprire il valore della tradizione.
Nella sua accezione immediata la tradizione è la trasmissione del patrimonio culturale delle generazioni passate attraverso le loro molteplici espressioni. Se approfondiamo il significato etimologico del termine, ci accorgiamo che deriva dal latino “tradere”, cioè “consegnare” (“dare”) “oltre” (“tra”).
La tradizione è, quindi, la trasmissione del sapere di una comunità da generazione a generazione: un patrimonio, cioè, ereditato dal passato, che, essendo realtà viva, si trasmette, cresce, si evolve nell’oggi e si apre al futuro.
2 - Il volto della tradizione lecchese
Lecco è una città laboriosa, fatta di gente concreta, attiva e riservata. Pilastri fondamentali del suo vivere sono il lavoro, la famiglia e una religiosità popolare (v. le tante cappelle e le croci sui monti) con qualche punta di laicismo. Ha dato grandi uomini: beato Serafino Morazzone (1747), Antonio Stoppani (1824), Antonio Ghislanzoni (1824), beato Giovanni Mazzucconi (1826), Mario Cermenati (1868), beato Luigi Monza (1898), Uberto Pozzoli (1901)…
Lecco è una città di lago, anche se i lecchesi amano di più la montagna. Evidentemente, la tradizione montanara è quella più antica: essa ha dato e ancora dà nobili frutti. Le Grigne, in modo particolare, sono state le palestre dei più forti rocciatori italiani. Accenniamo i Ragni più famosi, come Riccardo Cassin, Ugo Tizzoni, Carlo Mauri, Daniele Chiappa…
Lecco è la città manzoniana. Lecco e Manzoni, un binomio che nel corso di due secoli si è intrecciato in una molteplicità di volte, imponendosi all’attenzione di studiosi, di appassionati e di studenti. La vicenda di Renzo e Lucia, descritta ne “I Promessi Sposi”, emblema di una fede profondamente vissuta, ha rappresentato e ben rappresenta l’etica del popolo lecchese centrata sulla Provvidenza.
3 - L’evoluzione della tradizione lecchese
Il nostro patrono S. Nicolò non ci suggerisce ricette per affrontare la crisi economica attuale, ma ci sollecita a far crescere la caratteristica lecchese della laboriosità proprio nel contesto postmoderno: concepire il lavoro come arte, sviluppare l’eccellenza, potenziare anche il settore del terziario, far sistema e avere un respiro mondiale. Favorire nei vari ambiti (scuole e aziende) il pensiero critico, la capacità di innovare e di risolvere i problemi lavorando in gruppo.
Anche in vista dell’Expo, san Nicolò se da un lato apprezza le varie iniziative messe in atto nell’ambito del turismo (Villa Manzoni, Canonica di Chiuso, Convento di Fra Cristoforo… ), dall’altro lato ci incoraggia a compiere un salto di qualità come mentalità, investendo in una formazione adeguata e in una progettualità in cui le singole iniziative siano espressive del tutto. C’è ancora da compiere un notevole cammino per valorizzare lo stupendo pezzo di “Paradiso terrestre” che Dio ci ha donato: fiume, lago, valli e montagna. Il tutto è da attuare in un territorio lecchese considerato come unica area.
La nostra città, come un po’ dappertutto, sta diventando multietnica, multiculturale e multireligiosa anche senza grosse percentuali perché gli stranieri nel 2012 erano il 10,43% della popolazione e nel 2013 il 10,02%. Il fenomeno del meticciato è evidente. La crisi economica attuale sta accentuando la paura e l’insicurezza. Il nostro patrono ci ricorda la conclusione de “I Promessi Sposi” (“Conclusero che i guai… quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore”) per favorire, nel rispetto delle leggi, modalità di accoglienza, di dialogo e di scambio di doni come opportunità provvidenziale di crescita reciproca.
II - NEL SOSTENERE LE NOSTRE FAMIGLIE
1 - Le difficoltà delle famiglie oggi
Si possono aiutare - ci dice il nostro patrono - le nostre famiglie ad essere se stesse, se abbiamo innanzitutto il coraggio di guardare il contesto di fragilità e le contraddizioni in cui esse vivono adesso.
La società postmoderna dominata dal soggettivismo, dall’edonismo e dal relativismo non favorisce la stabilità della famiglia. In pochissimo tempo le famiglie si sono frantumate in una molteplicità di forme.
Tale fenomeno si è accentuato nei diversi contesti socio-economici: la disgregazione e l’anonimato nelle nostre città; la povertà e la mancanza di lavoro; le violenze verso le donne e i bambini. Sono da aggiungere poi le situazioni pastorali particolari per la crescita di convivenze e matrimoni civili, di divorziati risposati, di diverse forme di unioni civili e di fecondazioni assistite.
2 - I dati delle famiglie lecchesi
Evidentemente i dati numerici non esprimono tutta la realtà delle famiglie nella città di Lecco, ma mostrano una tendenza e rivelano alcuni elementi che sono da prendere in considerazione.
Dal 2012 (abitanti 48.635) al 2013 (abitanti 48.170) la popolazione urbana è diminuita di 465 unità e i nuclei familiari sono passati da 21.534 a 21.377 con una diminuzione di 157. Nel 2013 i matrimoni concordatari rispetto al 2012 sono cresciuti del 7%, invece i matrimoni civili nello stesso periodo sono diminuiti del 6%. Per quanto riguarda i divorzi si sono registrati nel 2012 n. 68 e nel 2013 n. 54 con una diminuzione di 14 unità.
A prima vista i dati presentati rivelano una tendenza positiva e portano a ben sperare. Anche se dobbiamo notare che i matrimoni celebrati nella loro globalità sono diminuiti negli anni (nel 2006 erano 197 e nel 2013 erano 138) e che i divorzi sono diminuiti (nel 2012 erano 68 e nel 2013 erano 54), anche a motivo dei costi economici. Le separazioni, però, sono aumentate (dato non rilevato, ma certo) e le famiglie di fatto sono cresciute (nel 2013 sono state registrate n. 1419).
3 - Indicazioni di aiuto alle famiglie
La famiglia incontra certamente difficoltà, ma non è un modello fuori corso. Si rileva anche a Lecco tra i giovani un nuovo desiderio di famiglia. Lo dimostra anche la testimonianza dei molti matrimoni e delle famiglie vissute felicemente: è sufficiente ricordare nelle varie parrocchie la celebrazione degli anniversari di matrimonio. La comunità civile e soprattutto quella ecclesiale non possono non cogliere anche in situazioni particolari un’opportunità per farsi accanto alle persone aprendole a ciò che è più autentico.
La chiesa è chiamata a trovare linguaggi ed itinerari adeguati a far comprendere il valore dell’unione matrimoniale e della vita familiare alla luce del Vangelo. È urgente sottolineare la dimensione fondamentale della vita familiare, che è quella “relazionale”. Le famiglie non vanno lasciate da sole, ma sostenute. È la relazione che dà vita ad una famiglia. Le relazioni, che si stabiliscono al suo interno, sono punto di incrocio tra l’elemento privato e quello sociale.
In questo ambito sono da sostenere tutte le iniziative che favoriscono una crescita personale e familiare come una vera educazione sessuale, gli itinerari di preparazione al matrimonio, l’accompagnamento delle giovani famiglie, il sostegno economico alle famiglie in difficoltà, l’utilizzo dei Consultori familiari specialmente il Celaf (Centro lecchese assistenza alla famiglia).
III - NEL VALORIZZARE LE SCUOLE E GLI ORATORI
1 - Le scuole a Lecco
Non ci rendiamo conto della popolazione enorme di bambini, fanciulli, ragazzi, adolescenti e giovani che vivono e gravitano nella nostra città di Lecco. I numeri che presentiamo sono dell’annata 2013-2014. Della Scuola dell’Infanzia sono 457 bambini delle scuole statali e 1047 delle scuole paritarie. Delle Scuole Primarie statali sono 1817 fanciulli e di quelle paritarie sono 770. Delle Scuole secondarie di 1° grado statali sono 1360 ragazzi e di quelle paritarie sono 512. Delle Scuole Secondarie di 2° grado statali sono 6893 studenti e di quelle paritarie sono 898. Del Polo territoriale del Politecnico milanese a Lecco sono 1998 universitari di cui il 20% sono stranieri.
Dell’infanzia i piccoli sono 1504 di cui più del 2/3 sono delle scuole paritarie. Delle scuole primarie i bambini sono 2587, dei quali 1/3 sono delle scuole paritarie. I ragazzi sono 1872 di cui 1/3 sono delle scuole paritarie. I dati rapportati tra scuole statali e quelle paritarie (in maggioranza quelle cattoliche) mettono in evidenza il valore della libertà dell’educazione e la preziosità delle proposte.
Gli studenti delle superiori sono 7.791: è come se ogni giorno di scuola entrasse in città più della popolazione di Olginate (7076), mentre gli Universitari sono un po’ meno della popolazione di Pescate (2162). Questi ultimi dati chiamano ad una maggiore responsabilità educativa.
2 - Gli oratori a Lecco
Gli oratori in città, che hanno una lunga tradizione (è sufficiente accennare all’Oratorio di S. Luigi risalente al 1876 con i famosi Cooperatori), sono 14, dei quali un terzo è punto di coordinamento per altri nella dinamica della pastorale di insieme. Tali ambiti educativi propri delle parrocchie sono frequentati settimanalmente da 1450 fanciulli dell’età scolare delle elementari e da 680 ragazzi delle medie specialmente per l’itinerario dell’Iniziazione cristiana. La frequenza dei ragazzi del dopo Cresima è del 40%. Il cammino di formazione degli adolescenti delle superiori è di 300 unità e dei giovani è di 140 unità. Significativa è la presenza dei ragazzi per l’oratorio estivo: si arriva a 1870 unità. Questo è momento bello di educazione umana e cristiana, e di sostegno alle famiglie.
Da sempre, ma specialmente in questo anno pastorale in cui la Diocesi ambrosiana ha messo a tema ciò che è fondamentale nella dinamica educativa, cioè “La Comunità educante”, c’è un’attenzione particolare per gli educatori che sono 300 educatori catechisti in maggioranza donne, coadiuvate da 150 animatori giovanissimi. In questo contesto sono da evidenziare da un lato il coinvolgimento insostituibile dei genitori, primi educatori dei propri figli con un cammino di riscoperta e di approfondimento della fede cristiana, dall’altro lato l’azione preziosissima degli insegnanti di Religione (5 per le Scuole dell’Infanzia; 15 per le Scuole Primarie; 10 per le Scuole Secondarie di 1° grado e 30 per le Scuole Secondarie di 2° grado) con un approccio culturale e missionario notevole.
Accanto e insieme agli Oratori sono da riconoscere e da apprezzare l’azione educativa importantissima delle Associazioni, Movimenti e Gruppi ecclesiali, tra cui in particolare quella dell’Azione Cattolica, dell’Agesci e di Comunione Liberazione.
3 - Tre binomi da coniugare
L’educazione è autentica se mira alla formazione di tutto l’uomo. Ci sembra opportuno tener presente nella società postmoderna tre binomi da coniugare in una dinamica dialettica ed armonica.
Il primo binomio è “Informazioni e formazione”. La Scuola e la Chiesa sono chiamate ad offrire insegnamenti nei loro ambiti specifici, ma essi sono validi se aiutano la nuova generazione nella sua maturazione.
Il secondo binomio “Nozioni e sapienza” porta a mettere in evidenza che le nuove conoscenze non sono vuote se aiutano l’educando ad avere elementi per elaborare il significato dell’esistenza.
Il terzo binomio “Verità ed amore”, se vissuto nell’articolazione reciproca, mostra la credibilità di un vero cammino di crescita. La verità ricercata da sola è intellettualismo e l’amore vissuto da solo è sentimentalismo. La verità animata dall’amore porta l’educando e l’educatore ad una completezza della maturità.
CONCLUSIONE
1 - Un umanesimo lecchese
Con la consapevolezza che ogni caratteristica di un popolo ha aspetti positivi e negativi, siamo sollecitati perché il lecchese che è dentro di noi si espliciti: la riservatezza diventi interiorità e fedeltà; la laboriosità si apra nella molteplicità dell’espressione (manufatto, terzo settore, turismo… ); la tenacia, molto spesso ripiegata su se stessa, diventi volontà di lavorare insieme e di fare sinergia.
2 - Umanesimo cristiano
Il cristianesimo non è una realtà a sé stante rispetto l’umanità, ma il suo pieno compimento. Il Figlio di Dio, diventato uomo, con il dono della sua vita, ci ha liberato dal male e ha aperto la nostra vita umana alla figliolanza divina. Con il dono dello Spirito Santo siamo chiamati a vivere da figli di Dio nella nostra condizione umana. Dio è nostro Padre e gli altri sono nostri fratelli. Una vita nuova e una comunità nuova da vivere nella Chiesa e nella società con il Comandamento nuovo del Signore Gesù, autentico educatore: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giovanni 13,34).
Il nostro camminare nel tempo e nello spazio va verso la pienezza: il “già” e il “non ancora” si compiranno nella vita eterna con il Paradiso e l’Inferno, e lo spazio si attuerà nei “Cieli e terra nuovi” con la Risurrezione dei corpi e la “Gerusalemme celeste”. La salvezza portata da Gesù Cristo è un dono da accogliere nella consapevolezza, nella libertà e nell’amore personale e comunitario. Tutto questo è il ricco patrimonio della nostra fede, che dà forma anche alla cultura.
3 - Eccellenze lecchesi
Prendendo atto che la nostra città è un habitat armonico e ottimale in quanto non è né piccola né grande, noi lecchesi siamo chiamati ad impegnarci sull’eccellenza e su esperienze pilote, particolarmente nei tre ambiti:
a - Valorizzare la tradizione come forza vitale;
b - Vivere la famiglia come risorsa decisiva;
c - Sostenere le scuole e gli oratori insieme alle Associazioni, i Movimenti e i Gruppi ecclesiali, come palestre di vita.
mons. Franco Cecchin
prevosto di Lecco
Lecco, 6 dicembre 2014
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