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IL BENE COMUNE: OBIETTIVO NECESSARIO
- Mai come adesso c’è la percezione, in tutti gli ambiti culturali e non, della necessità di avere come obiettivo unico il Bene comune per uno spiraglio di speranza per l’umanità.
- La crisi economica attuale, che ha le sue radici nella crisi morale e soprattutto culturale, sollecita a superare tutte le divergenze i ideologiche e convergere in una riscoperta del Bene comune.
- Non è facile definire i contenuti del “Bene comune” in una società pluralista e multiforme. Cercheremo innanzitutto di dire ciò che non è e poi di presentare sinteticamente l’intervento autorevole di Benedetto XVI su questo tema nodale.
- Il Bene comune non è la somma dei beni individuali e delle singole nazioni, è qualcosa di più.
- Per delineare qualche elemento fondamentale del Bene comune è importante partire dall’esperienza comune ad ogni uomo, che è la relazione. L’identità umana è costituita da un “io” che si mette in relazione con un “tu”. Come persone siamo unici e irrepetibili chiamati a vivere per qualcosa, per qualcuno/a.
- La “relazione” costituisce, quindi, un bene condiviso, che, se viene assunto consapevolmente, può essere riconosciuto come il Bene comune, il bene dell’essere insieme, all’interno delle odierne società pluralistiche. Il bene sociale primario dell’essere insieme, che trova nella relazione e nella comunicazione la sua punta espressiva, deve essere scelto da tutti i soggetti che abitano la società civile come bene politico.
- A questo punto si può delineare un vero e proprio schizzo architettonico della vita sociale. Possiamo tratteggiare le interconnessioni fra quattro principi: dignità umana, solidarietà, sussidiarietà e bene comune – ponendo la dignità della persona nel punto di intersezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la “solidarietà” e la “sussidiarietà”, e uno verticale, che rappresenta il “bene comune”.
- Sull’asse orizzontale abbiamo la solidarietà (non è possibile rispettare la dignità umana senza aver cura solidale di chi è in difficoltà) e la sussidiarietà (necessità di un’adeguata valorizzazione del protagonismo tipico della società civile).
- Sull’asse verticale c’è il Bene comune, che è il bene condiviso nella stessa socialità, che come bene umano non ha automatica attuazione, ma va voluto e praticamente perseguito. Il bene comune è ben più del bene dei singoli consociati e qualcosa che tiene presente tale bene, ma va oltre: è l’insieme, la comunità e anche l’apertura al totalmente Altro, al trascendente.
- In tale ottica l’asse verticale (Bene comune immanente – Bene comune trascendente) esige quella libertà che, da più parti ormai, viene riconosciuta sempre più consapevolmente come irrinunciabile: la libertà religiosa.
mons. Franco Cecchin
prevosto di Lecco
Lecco, 27 ottobre 2012
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